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data: 08.07.2023
distanza: 80km
dislivello: 1400d+ (circa, traccia Garmin sballata)
bicicletta: Cannondale Topstone3, Giant Propel A
ciclista: Giannino, Giuliano

Tutto è iniziato con l’idea di fare un percorso un po’ più lungo e accidentato per provare la mia nuova gravel, da lì a come sia finito a districarmi sulla pietraia della tagliafuoco è tuttora oggetto di studi. Dalle parti di Caselette mi sono inoltrato nel bosco, subito pendenze dure e fondo sconnesso, poi quando la vegetazione si è fatta più fitta la ghiaia è stata sostituita dai massi ed è iniziato quel misto di divertimento, sudore e terrore che non provavo da anni, da quando avevo una mountainbike. Passata quell’oretta il sentiero è diventato più facile e godibile per concludersi sull’asfalto. Si, ma non l’asfalto normale, quello della variante di Madonna della Bassa, tutte pendenze in doppia cifra, ma in doppia cifra alta. Uno dei segmenti Strava di quel tratto di strada si chiama “Bestia” ed è un chilometro alla media del 19% ed il resto della strada non è da meno. Per concludere si finisce sulla strada che da Almese va al Col del Lys, che solitamente è una salita dura ma questa volta, quando sul Garmin ho letto “12%” ho esclamato a voce alta “ahh finalmente un po’ di pianura” e così sono arrivato fino al Lys dove ad attendermi c’erano dei volontari che preparavano una festa con la banda. Qualche minuto dopo è arrivato su anche Giuliano, che visto che si annoiava a casa ha deciso di farsi sta sgambatina sulla variante mortale del Lys. In conclusione la bici nuova non ha fatto una piega, anche sulla pietraia più infida, io non facevo fuoristrada da anni ma sono sopravvissuto, e sia io che Giuliano abbiamo sudato la quantità di liquido necessaria a riempire il fiumiciattolo in secca a valle.

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